“MUNDUS - poesie per un’etica del rifiuto”
|
è una raccolta antologica “a tema” di poesie di AA. VV. provenienti da più parti del mondo, dove il tema conduttore parte dallo scandalo dei rifiuti in Campania, per parlare dell’immondo del mondo. |
È
a cura di |
Ariele D’Ambrosio |
- scrittore e poeta, perfomer, esponente di una nuova tendenza riconosciuta come “poesia orale secondaria”, medico |
Mimmo Grasso |
- scrittore e poeta, Istituto Patafisico Partenopeo |
Con le testimonianze di |
Franca Rame |
- drammaturgo ed attrice |
Giuseppe Tortora |
- docente di storia della filosofia Università Federico II di Napoli |
Alex Zanotelli |
- prete e missionario |
Immagini di copertina e scritto in risvolto di copertina di
|
Riccardo Dalisi - architetto |
Valtrend Editore Napoli 2008 |
132 pgg, 18 euro |
Collana Rumori di fondo n. 1 Con le testimonianze di |
Nella nostra speranza e nel nostro desiderio “MUNDUS - poesie per un’etica del rifiuto” inaugura questa collana di impegno civile ed è la prima di varie antologie.
La consapevolezza è che il giro del mondo si fa almeno in 80 giorni.
Ogni giorno rappresenterà una parte diversa, nuova o antica del mundus che da sempre accoglie la vita e le sue scorie.
Ariele D’Ambrosio
Mimmo Grasso
l’Editore |
|
Questo libro è politico come sa esserlo un libro di versi, per forza di significazione e di trasformazione della parola nativa, e fa campo in un mondo che vuole emendato da discariche clandestine e ricco di compost nutriente. Di tale politica sono capaci il poeta, che è clandestino nella casa di tutti, e la lingua poetica, che è composta in opposizione all'insignificanza che quella casa pervade
|
Dalla premessa di Ariele D’Ambrosio |
In una recente intervista Lawrence Ferlinghetti ha così dichiarato:
"In questi tempi apocalittici il poeta deve leggere le cose del mondo, non contemplare il proprio ombelico e questo rende le cose difficili. Il poeta ha la libertà di poter parlare e se non lo fa è complice, così come lo erano i tedeschi col nazismo, perché il silenzio è complicità. Il poeta è l’unico che è libero di parlare, tutti i politici, tutti gli uomini che gestiscono il potere non possono, devono fare dei compromessi, mentre i poeti hanno un’opportunità unica. Non c’è bisogno che il poeta si scagli contro un governo in particolare, sia quello di Bush o quello Italiano. Ma che ci si opponga al capitalismo globalizzato e consumistico, che colpisce la società e spinge il pianeta verso il disastro ecologico. …"
... che almeno la poesia resti, con la sua parola e la sua voce, testimonianza del proprio tempo, di ciò che è stato o c'è ancora, di ciò che non è stato fatto o di come è stato fatto...
|
Da Trash di Giuseppe Tortora
|
"Campeggia sovrano sul desktop di ogni computer. È l’icona del cestino dei rifiuti. Un cestino virtuale in cui, come nel cestino reale, gettiamo quel che non serve…Ma il rifiuto ci appartiene anche come esseri umani. La nostra identità personale è il frutto di quella sequela di opzioni - di autodeterminazioni - che abbiamo compiuto deliberatamente o istintivamente nel nostro percorso esistenziale… Del resto gran parte di ciò che sappiamo delle civiltà del passato deriva dallo studio delle “discariche”…"
|
Da Ex Post di Mimmo Grasso |
Il Mattino (20 luglio 2008) ha pubblicato, a colori, la foto di due bambine rom annegate. Sono state “esposte”, ostentate. Una coppia, più in là, è stesa al sole. È una foto che costringe in un silenzio insopportabile e che ci dice subito cos’è “poesia”-etica-rifiuto: basta osservare la nostra reazione. Le due bimbe venivano da Secondigliano ed erano andate sulla spiaggia per vendere calamite colorate. Ne ho trovata una su quella spiaggia. La custodisco come una reliquia.
Il rifiuto è uno scarto, un resto, e lo è dopo un preliminare atto conoscitivo. Questo atto implica un giudizio
(accettazione, rifiuto).
Dunque è eticamente orientato.
|
|
|